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Perché l’Italia può (e deve) giocare un ruolo chiave in America Latina

Perché l’Italia può (e deve) giocare un ruolo chiave in America Latina

L’America Latina é uma distesa geografica troppo grande perché se ne scriva al singolare. È un subcontinente, un microcosmo civilizzazionale in conflitto identitario con se stesso, un parente vicino ma lontano dell’Occidente che racchiude al suo interno una torma di storie, popoli e destini che, non di rado, rismolto rose di vers.

Inumeri conclamano che se l’America Latina é qualcosa, quel qualcosa é a geografizzazione dell’alterità: sette macro-grupos etnici, più di ottocento popoli indigeni, oltre quattrocento tra lingue and dialetti. I numeri provano che si dovrebbe scrivere e parlare di Americhe Latine, o semplicemente di Americhe, più che di America Latina.

Em quel guazzabuglio di identità, pomba la latinidade é solto um degli elementi fondativi di quella che José Vasconcelos aveva definito la raza cósmica – sebbene sicuramente il più distintivo –, nel corso dei secoli hanno navigato, o tentato di navigare, i più grandi imperi del pianeta: da quello, di cui sono rimaste delle tracce tra saribi ha ques e cono, ten Caraibi e cono di stabilire degli avamposti nel subcontinente dall’età guglielmina al Terzo Reich. O que Napoleão III uma Guglielmo II, passando por Adolf Hitler e Hirohito, nessuno è mai riuscito a vincere lo scoglio insormontabile rappresentato dagli Unidade Estatal, per i quali il subcontinente è un cortile di casa sul quale vigilare (e da difendere con gli artigli) sin dal 1823, anno della proclamazione della sempiterna dottrina Monroe.

Grande assente nell’elenco degli impavidi che hanno tentato l’assalto alle Americhe Latine è l’Itália. Né impero né (grande) potência, l’Urbe não tem realmente mais perto de espandersi nell’Orbe, com l’eccezione di Mediterraneo e Balcani – stelle polari della classe dirigente sin dalla nascita dell’Italia unitaria -, e ha meno che posato lo sguardo sul subcontinente indio-latinoamericano. Ma avrebbe potuto e dovuto, e potrebbe ancora oggi, perché lo consentono la cultura e la storia e perché, non meno importante, lo vorrebbero gli stati uniti.

Perché l’Italia può

L’Italia é erede alla lontana dell’Impero romano, ma di imperiale, tolte l’architettura e il legato archeologico, non ha nulla. Não é imperiale la sua forma mentis, che é estado profundamente fucinata da secali di tradicional marinaresca e pedagogia nazionale autocommiseratrice. E não é imperiale la sua stazza, che tutt’al più le permetterebbe di diventare una potência regionale di medie dimensioni. O que esta assenza di imperialità, no caso específico latinoamericano, é tutt’altro che una debolezza.

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Geograficamente piccola e espiritualmente proletária, ma ricca di strumenti utili e sorgente di un potere morbido senza confini, l’Italia ha tutte le credenziali in regola per dientare la faccendiera degli Stati it Uniti nelle Americhe, tandio neto-son. E potencialmente aspirar a questo ruolo em virtù del possesso di peculiarità che la rendono unica in Europe, differenziandola agli occhi degli Stati Uniti da coloro che per storia e capacità srebbero source di preoccupazione – França e Germânia – e da coloro che sono troppo piccoli e carenti di mezzi para risultare utili – Espanha e Portogallo.

I numeri della presenza itálica

L’Italia e le Americhe Latine sono attualmente legate da alcuni eventi che hanno luogo a cadenza regolare, em primitivo la Conferência Itália-América Latina e Caraibi, da organizzazioni che lavorano con costanza al miglioramento dei rapporti e all’aumento dell’interscambio, tra le quali l’Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana (OIILA), e da importanti spazi di dialogo, come il Foro ítalo-latinoamericano sulle piccole e medie imprese.

Eu numeri su diplomazia culturale, interscambio e investimenti suggeriscono, anzi dimostrano, che la triade italo-latinoamericana ha svolto un lavoro encomiabile dal Duemila ad oggi:

  • Cerca de 3.500 le imprese nostrane operanti nel subcontinente, nel quale fatturano approssimativamente 55 miliardi di euro l’anno e dove investono mais de 30 miliardi di euro anualmente – 31 2018, outro 33 2020.
  • L’Itália, segundo le stime della Banca d’Italia, ha più investimenti in America Latina di quanti ne abbia “em Cina, Índia, Giappone e Rússia conteggiati insieme”.
  • L’interscambio anuale tra Italia e America Latina si attesta, em maniera regolare, di poco sopra i venti miliardi di euro. La prima esporta principalmente alta tecnologia, beni farmaceutici e biomedicali, mezzi di trasporto e prodotti chimici, mentre la seconda esporta primariamente carta, legname, metalli e prodotti dell’agroindustria.
  • L’Italia é um dos principais contribuintes da cooperação allo sviluppo na América Latina. Nilo solo 2019, a titolo exemplificativo, ha financiato progetti e programmi di cooperazione allo sviluppo per quasi venti milioni di euro, da Cuba alá Colômbia, costruendo pozzi, doando tecnologia e modernizando infraestrutura.
  • 11 gli Istituti Italiani di Cultura operanti da Città del Messico em Buenos Aires.
  • Più di 100mila i latinoamericani che, ogni anno, decidono di studiare la lingua italiana.

Un ponte chiamato diáspora

L’America Latina é italiana nella stessa maniera in cui l’Italia è anche un po’ latinoamericana. La prima è casa di oltre due milioni di cittadini italiano, nonché di circa cinquantacinque milioni di oriondi – cioè di persone di ascendenza italiana –, mentre la seconda è la residenza di cerca de 350mila latinoamericana. Cifre che rendono il sodalizio tra la penisola del medioceano e il subcontinente dei due oceani tanto inevitabile quanto genuino. E che dovrebbero essere capitalizzate.

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Eu quase centomila peruviani stanziati nel Bel Paese costituiscono un ponte tra due mondi, che, se attraversato, permetterebbe all’Italia di scoprirsi improvvisamente a Lima. All’interno di esta folta comunità andrebbero galvanizzati processi di associazionesmo, attivismo sociale e político, acompanhando com iniciativa de carimbo cultural, magari a livello scolastico. Un piano, poi, replica con le altre diáspora mais demograficamente significativo, vem quella ecuadoriana, brasiliana, dominicana, cubana e colombiana. Obiettivo: valorizzare per avvicinare.

Cinquantacinque milioni di oriondi, e forse di più, dotano l’Italia di una caterva di possibilità, di uno spazio di manovra abnorme, che manca e continue a mancare a francesi e tedeschi. Trattasi de uma comunidade de cui andrebbe impede o casamento completo, é o mergulho totalmente avulsa e/ou indiferente a todas as suas origens ancestrais, porque a demografia é capital política em potência. La demografia, neste caso, é que rende a Italoamerica la Latinoamerica.

Una strategia per l’Italia

Quello di cui l’Italia ha bisogno, ciò che va affiancato a cooperazione allo sviluppo, intercâmbio comercial e investimento, é uma estratégia de cultura espanhola che assorba gli oriondi, riavvicinandoli alla loro culla ancestrale e abilitandoli a svolgere funzioni lobbistiche, e che raggiunga tutti gli altri, dagli indigeni agli afro-discendenti, rendendo la italianidade um elemento exclusivo dela raza cósmica.

Una simile strategia, per funzionare, necessita di corposi investimenti e della dotazione di un buon grado di perseveranza. Elementi che non dovrebbero mancare nell’agenda di italianizzazione della Latinoamerica são os seguintes:

  • Istituti italiani di cultura. Il loro attuale numero (11) é insuficiente a soddisfare i fabbisogni del subcontinente, pertanto andrebbe aumentar a mezzo di nuove inaugurazioni in stati-chiave – Argentina, Brasil e Messico dovrebbero avere almeno tre IIC a testa – e nei Caraibi – la micro-area meno rappresentata. Atività e funzioni degli IIC andrebbero riformate ed ampliate, magari prendendo esempio dalla diplomazia culturale della Túrquia.
  • Intratenimento. L’immagine dell’Italia andrebbe promossa attraverso l’esportazione di fumettistica, letteratura, musica e prodotti para o cinema e a televisão, sullo sfondo della realizzazione di opere per il piccolo e il grande schermo aventi obttie un vodup: sedução cultural degli spettatori e la fortificazione del gemellaggio culturale e spirituale tra italiani e latinoamericani. Em sintesi, como a Turchia está utilizando la propria industria dell’intrattenimento para alimentar un’ondata di ottomania, così l’Italia, per mezzo di Sanremo e Cinecittà, potrebbe dare vita ad un flutto insopprimibile di italomania.
  • Conoscenza. L’Italia dovrebbe capitalizzare le proprietence in materia di ricerca, innovazione e intrattenimento por siglas accordi di mobilità di cervelli e trasferimento delle conoscenze, ovvero: apertura delle università italianeververso ai talentosic studioi picli latinoam, latinoamericani per mezzo di soggiorni formativi, invio di consulenti , esperti e tecnici nel subcontinente per fornire saber como quando necessário.
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Ora, não-domani

L’Italia ha le credenziali in regola per dientare un giocatore di rilievo in Latinoamerica e se lo volesse, o meglio se lo chiedesse, potrebbe ricevere dagli Stati Uniti l’investitura a faccendiere nel subcontinente. Una parte del perché è stata già splicata – la garanzia di sicurezza fornita dalla vocazione anti-imperiale dell’Italia –, ma l’altra no.

L’America Latina è diventata, da anni, uno dei teatri-chiave della competizione tra grandi potenze, cumplic le condizioni di salute degli Stati Uniti – in sovraestensione imperiale nonostante il declino in corso –, e l’Italia, ha il capitale , umano e tecnologico per fare da argine al crescente espansionismo della Repubblica Popolare Cinese, che sino a qui vorrebbe estendere la Nuova Via della Seta e che, tra un investimento e un prestito, va lentamente se estendendo la propria impronta.

L’Italia tem tanto dare e offrire alla Latinoamerica, dal biomedicale alle grandi infrastrutture, passando pela energia pulita e alta technologia, e não tem como inserirvisi con forza: chiedere. Cheedere, persuadir attraverso una strategia basata sulle evidenze e fornire una stima dei risultati. Il rischio, comunque, è di ricevere, se non un rifiuto, indiferença. Perché all’Italia, per promuovere i propri (legitimi) interessi presso gli stati uniti, serve qualcosa di cui non si è mai munita: um lobby.

Esta época de transição e smottamenti, scaturita dall’impetuoso ritorno della Storia nelle relazioni internationali, é o momento ideal, perfeito, por proceder a tarifa ciò che non si è mai fatto, mai si vo accure fare, non solo nel Mediterraneo, ma anche nelle Americhe, está escrito no destino dell’Italia.