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ho iniziato l’anno in terapia intensiva- Corriere.it

L’autrice di «Accabadora» annunciato sui social di aver dovuto cancellare le date dei suoi spettacoli a theatre per curarsi. Nella foto, pillole maschera per ossigeno e una siringa

“La malattia non è una catastrofe, ma un pezzo della mia vita che vale come gli altri e non voglio trattarla come un segreto escuro ou una cosa di cui vergognarmi.” Com uma postagem social Michela Murgia, scrittrice, crítica letteraria, ativista per i diritti delle donne, ha annunciato ai lettori di aver dovuto cancellare le date dei suoi spettacoli teatrali a causa dell’insorgere di una malattia che l’ha costretta in ospedal de primi’ fino per la quale dovrà modicare i suoi ritmi di vita. Nell’immagine, una siringa, quattro pillole, una mascherina per l’ossigeno come quelle in use negli ospedali. Simbolis crudi dei “compagni di viaggio” della scrittrice di “Accabadora” nesta fase de vida.

«Mi avete scritto tanti messaggi per manifestare la delusione per la cancellazione delle date dei miei spettacoli delle prossime settimane e questo mi ha fatta sentire meno sola, purché anche io sognavo di iniziare l’anno nei teatri, persono acontrando e torn occhi – ha esordito la scrittrice nel suo post facebook – Invece l’ho iniziato dalla terapia intensiva, a cui sta seguendo una cura lenta che richiederà ritmi molto diversi da quelli a cui ho sempre vissuto e lavorato. Certa cose potrò farle, ma altre no ei lunghi spostamenti e le situazioni fisicamente performative per adesso son fuori dalla mia portata. Murgia, infatti, oltre al suo lavoro di narratrice e di rubrichista era impegnata em um tournée teatrale in tutta Italia com o spettacolo “DonGiovanni, l’incubo elegante”, uma “riscrittura” dell’opera mozartiana em forma de monólogo.

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Nel post Murgia racconta poi, con franchezza e ottimismo, lo spirito con cui affronta this moment and the volontà di condividerlo anche con il suo publicblico: «La malattia non è una catastrofe, ma un pezzo della mia vita che vale come gli altri e non voglio trattarla como un segreto escuro ou una cosa di cui vergognarmi. Para esta página, veja como está sempre condiviso, fossero immagini private, battaglie pubbliche o meme sui BTS, ma di tanto in tanto compariranno anche condivisioni della mia cura, che fa parte di me come tutto il resto. Ammalarsi è normal, curarsi normale e anche scegliere in cosa fermarsi è normal. Não tornerà tutto como prima, ma quello che verrà dopo potrebbe persino essere meglio. Diamoci il tempo di farlo succedere.

Non è la prima volta che Murgia racconta di come la malattia è entrata nella sua vita e ha influenzato il suo lavoro di scrittrice: nel 2014 ha raccontato di essersi curata per un tumore e di aver iniziato a scrivere unirù», «Chvore unmanzo,» proprio dopo aver scoperto di avere il cancro. «Per raccontare cose che pensavo di dover invecchiare prima di poter narrare» rivelò poi. Sempre ai social aveva affidato il racconto degli anni ricchi di eventi che avevano seguito il successo di «Accabadora»: «Ci sono stati 11 premi, 2 lutti, 3 traslochi, un matrimonio, unrig tumore, una campagna elettoraleguaone, una , un amore inatteso e una marea di persone speciali che hanno fatto con me pezzi di strada e ancora continuano a farne».

Il post di Michela Murgia segue di una decina di giorni quello di un altro noto scrittore italiano, Alessandro Baricco, che sui suoi conta social aveva raccontato di avere una forma di leucemia e di preparasi per un intervento di trapianto di cellule staminali.

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1 de fevereiro de 2022 (modificação de 1 de fevereiro de 2022 | 20:53)